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mercoledì 17 settembre 2014

Una nostra amica siciliana: Maria Lucia Riccioli

Una nostra amica siciliana: 

Oggi parliamo di un'autrice siciliana. Come mai, mi chiederete, dal momento che di solito su questo blog si parla di autori marchigiani? Beh, vi risponderò che Maria Lucia è un vero talento da scoprire e che, cantando come soprano, ha scoperto una sua affinità elettiva per una nostra gloria locale: Giovanni Battista Pergolesi. Tanto che ha scritto per una nostra antologia proprio un brano dedicato al famoso musicista, venuto purtroppo a mancare in giovane età. La stessa spiritualità che pervade il racconto "STABAT MATER" che ha scritto per l'antologia "Masterpiece Jesino", di prossima uscita, la ritroviamo nella sua ultima pubblicazione: "QUANNO 'U SIGNURI PASSAVA P' 'O MUNNU", pubblicato da Edizioni Algra.


È un testo affascinante. Non facile, soprattutto per chi non è siciliano, in quanto scritto in dialetto. Ma se si entra nello spirito delle sue pagine, ognuno di noi ne può trarre qualcosa. Sentiamo dalle parole dell'autrice come è nata quest'opera.

Questo libro è nato per caso, anche se il caso è uno degli pseudonimi di Qualcuno che tesse le fila delle nostre storie. Io ho sempre amato il dialetto siciliano: a casa lo parliamo, ho recitato e adattato testi per una compagnia di teatro locale e in famiglia c’è Maria Blundo, la sorella di mia madre, anche lei poetessa in dialetto. Tra un caffè e l’altro mi sono divertita a raccogliere modi di dire, detti e proverbi in dialetto. E ho appreso le storie che i miei nonni raccontavano ai propri figli. Una sorta di Vangelo popolare siciliano, di “cunto” apocrifo sulle vicende di Cristo e degli apostoli.
Nel periodo universitario, per semplice diletto iniziai a buttar giù qualche verso, ma senza alcuna intenzione seria né tantomeno pensando ad una eventuale pubblicazione. Poi è venuta fuori, da stesure perse e riscritte, lasciate a metà e poi completate, la prima “Parabula”, che è la prima composizione del libro dopo il prologo.
Nell’arco di dieci anni circa ho completato tutte le poesie di quello che si può considerare un vero e proprio ciclo compiuto.
Man mano che vado avanti con i reading e le presentazioni di questo libro, mi sto rendendo conto che esistono numerose versioni di una stessa storia, a volte contraddittorie. Come afferma però la dottoressa Clarissa Pinkola Estés, «Tutto ciò di cui una persona ha bisogno, tutto ciò di cui noi possiamo aver bisogno, ancora sussurra tra le ossa della storia» (Donne che corrono coi lupi, Frassinelli 1993): io avevo le ossa di queste storie. Il mio lavoro è stato arricchire, integrare e soprattutto mettere in versi. Tutti i componimenti infatti sono composti da endecasillabi in rima baciata. Una gabbia formale per far volare queste storie.

E quindi, per chi si vuol cimentare con la poesia dialettale siciliana, non resta che acquistare il libro! Ecco per noi anche il booktrailer dell'opera.


Complimenti a Maria Lucia e a rilleggerci sul MASTERPIECE JESINO!





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