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lunedì 30 novembre 2015

OGGI INCONTRIAMO PAOLA SIRONI, GIALLISTA LOMBARDA

OGGI INCONTRIAMO PAOLA SIRONI, GIALLISTA LOMBARDA
  
Ogni tanto ci spostiamo dalla nostra piccola regione, per incontrare autori che risiedono anche un po' distante da noi. Paola Sironi, giallista, risiede nell'hinterland Milanese, e ha accettato volentieri di farsi intervistare per il nostro blog letterario. Ed ecco quindi un'altra intervista (im)possibile di Stefano Vignaroli.

Ciao, Paola. Scrittrice, sei nata a Milano e vivi nell’hinterland milanese, hai già all'attivo  diverse pubblicazioni. Ti va di parlarci un po' di te e del tuo rapporto con la scrittura? È una passione che hai coltivato fin dall’infanzia o è nata all'improvviso?  
Ciao, Stefano. Un omaggio alla Commissario Caterina Ruggeri, di cui leggerò volentieri le avventure, e un saluto a tutti gli amici marchigiani. Bene, data la mia età, il mio rapporto con la scrittura potrei definirlo un rapporto antico, nato molto prima di avere i capelli bianchi, quando ero ancora ragazzina. I libri sono sempre stati miei compagni, così come la scrittura di evasione e il fascino di poter vivere storie raccontate da altri o di poterne inventare di proprie. Nell’insieme dei fattori, il passaggio da lettrice tenace ad aspirante scrittrice è stata una conseguenza.

Hai seguito dei corsi di scrittura creativa? Se sì, sono stati utili per la tua formazione di scrittrice?
Più che corsi di scrittura creativa, direi che ho seguito dei corsi di scrittura cattiva, nel senso che sono un’autodidatta. Fino al mio primo romanzo pubblicato, ho appreso leggendo autori classici e contemporanei ed esercitandomi in lavori che cercavo di giudicare con la giusta severità. È stato un processo lungo, durato, a intermittenza, quasi vent’anni, prima di riuscire a costruire una storia che mi sembrasse degna di essere inviata a una casa editrice. Ho avuto la fortuna di essere stata selezionata. 

Bene, e in questo ti trovo molto simile a me. Ti chiederei ora di parlaci con parole tue dei lavori  che hai finora pubblicato. Il tuo genere, essenzialmente è il giallo; come e perché nasce questa  tua passione? Hai intenzione di continuare a lavorare sempre sullo stesso genere o hai in cantiere anche qualcos'altro?
Ho pubblicato tre romanzi gialli seriali, che hanno come protagonisti Flaminia Malesani e la sua famiglia. Sono noir a struttura classica, con un omicidio e un colpevole da smascherare, ma le indagini sono condotte da un detective dilettante, Massimo, il fratello della protagonista, un gigolò opportunista che ha un’agenzia investigativa di copertura e si lascia coinvolgere solo nei casi che lo attraggono. Questa formula mi ha permesso di mescolare il genere giallo alla commedia umana, senza essere troppo vincolata alle costrizioni tecniche del primo. In effetti, il giallo mi ha sempre appassionato per la sua struttura intrigante,  incentrata sulla risoluzione di un mistero e contemporaneamente premiante, perché alla fine concede sempre al lettore la verità, pur lasciando spazi di creatività soggettiva all’autore nello svolgimento. Volendo, è anche un ottimo strumento per scavare nel sociale, magari attraverso l’ironia, come nel mio caso.
Per quanto riguarda i miei progetti, a breve sarà pronta una nuova avventura per i fratelli Malesani. Nel futuro, non saprei. Tutto può essere. 

Ho sperimentato personalmente che quando uno prende gusto per la scrittura creativa, non può più fare a meno di scrivere. Condividi questo pensiero? A te accade mai di avere un'idea e aver il desiderio irrefrenabile di buttarla giù per iscritto?
Sì, è quasi una sorta di persecuzione. Se succede quando sono lontana dal mio computer, devo per forza appuntarmi qualcosa sul primo pezzo di carta che trovo.  

E veniamo alle case editrici. Tu hai sempre pubblicato con la casa editrice Todaro. Come definiresti il tuo rapporto con la Casa Editrice: “Idilliaco”, “Do ut des” o “Tanto non se ne può fare a meno”? Sei soddisfatta di quanto faccia per te per la diffusione e promozione dei tuoi libri?
Come rapporto umano sicuramente idilliaco. Inoltre è stata un’esperienza formativa fondamentale, che mi ha dato anche buone occasioni di promozione, pur nei limiti a cui sono purtroppo costrette le piccole case editrici. 

Pensi che vivere in una grande città, come Milano, Roma, Torino o Napoli, favorisca un autore, per quanto riguarda i contatti con le case editrici, e quindi la pubblicazione dei propri scritti, rispetto a chi vive nelle piccole realtà di cittadine di provincia? Se sì, in che modo?
Considerando che viviamo in un’epoca in cui le possibilità di comunicazione hanno superato i limiti di spazio, non penso che ci sia una grande differenza nell’accesso ai contatti con le case editrici se si vive in una metropoli, piuttosto che in un paese di provincia. Sicuramente, vivendo nei pressi di una grande città, da scrittrice, ho maggiore possibilità di essere invitata a eventi promozionali e di potervi partecipare.  


Questa tua ultima risposta mi rincuora. Ma veniamo ai tuoi personaggi: inventati di pura fantasia o qualche riferimento a realtà vissuta?
Sono tutti personaggi inventati, ma è inevitabile che la fantasia attinga all’esperienza vissuta. In modo particolare, Flaminia è volutamente ispirata a più donne che ho conosciuto e rappresenta un mondo femminile in perenne tensione verso l’emancipazione. In tutti gli altri, riconosco tratti più o meno consciamente attinti dalla realtà.  

E ora la domanda indiscreta. Il tuo cognome mi fa subito pensare al regista Alberto Sironi,  colui che ha diretto le serie televisive del Commissario Montalbano. Un caso o qualche parentela c’è? E, visto che siamo entrati nel discorso, hai mai pensato seriamente alla sceneggiatura dei tuoi romanzi per realizzarne una fiction televisiva o cinematografica?
È solo un caso di omonimia. Resta comunque un regista che apprezzo molto, per come è riuscito a rappresentare i personaggi, gli ambienti e le storie di Camilleri in un modo molto prossimo all’immaginario dei lettori. O almeno questa è sempre stata la mia impressione. Un risultato che non è scontato: spesso i film deludono le aspettative di chi ha precedentemente letto il libro a cui sono ispirati. 
È mia abitudine costruire una storia per immagini, prima di scriverla. Un po’ come se dovessi girare prima il film nella mia mente, quindi la sceneggiatura credo sia un sogno naturale per uno scrittore.  

La domanda che rivolgo a tutti i miei intervistati è: cosa bolle di nuovo nella tua pentola? Hai in programma qualche nuova pubblicazione?
Dovrei pubblicare a breve il quarto libro della serie dedicata alla famiglia Malesani. Inoltre, sto lavorando con quattro amiche attrici per mettere in scena una commedia, che ho terminato da poco. Insomma, mi sto improvvisando nel ruolo di regista teatrale, di cui non ho nessuna esperienza, ma ci stiamo dedicando all’impresa con impegno e quel giusto tocco di demenzialità che aiuta. Forse, saremo pronte ad affrontare il pubblico per la fine dell’anno prossimo.  

Benissimo, Paola. Ti ringarzio per la tua disponibilità. A risentirci presto e... Un saluto ai tuoi lettori: vai!
Ringrazio te per avermi ospitata in questo spazio e chiunque sia arrivato in fondo per averci letto. Spero avremo altre occasioni per incontrarci virtualmente o personalmente. 
        


Oltre alla carrellata di Amazon, i libri di Paola Sironi possono essere acquistati direttamente sul sito della casa editrice Todaro di Lugano. Anche facendoli ordinare alla propria libreria di fiducia.