L'OMBRA DEL CAMPANILE
Finalmente in libreria la nuova opera di Stefano Vignaroli, un elegante
volume in brossura di circa 400 pagine, corredato delle illustrazioni
del Prof. Mario Pasquinelli, al prezzo di soli € 12,90.
Rispetto ai precedenti romanzi, di genere giallo/thriller, basati sulla
figura del Commissario Caterina Ruggeri, l'autore ha cambiato genere e
si è voluto cimentare nel romanzo storico. La trama è infatti
ambientata in una Jesi cinquecentesca, in una città segnata da un grave
episodio, il "Sacco di Jesi", ma comunque proiettata in pieno nel
Rinascimento. Il racconto parte proprio con la descrizione del sacco e
del tradimento perpetrato da un'importante autorità cittadina, che
favorì l'assalto e il saccheggio da parte degli eserciti comandati dai
Duchi di Ancona e di Urbino. Nel 2017, esattamente cinquecento anni
dopo i fatti, una giovane studiosa, discendente della nobile famiglia
Baldeschi-Balleani, risistemando i testi conservati nella biblioteca
dell'antico palazzo, oggi sede della fondazione Federico II, riesce a
ricostruire tutta la truce vicenda che aveva visto come protagonista una
sua antenata che portava addirittura il suo stesso nome: Lucia. Le sue
ricerche saranno ispirate da una serie di visioni oniriche e da una
strana ombra che il campanile del Duomo, in determinate ore e in
determinati periodi dell'anno, proietta sulla parete orientale del
campanile di San Floriano, che si trova sulla parte opposta della stessa
Piazza Federico II. Anche l'aiuto di una giovane suora, diventata per
caso sua amica, sarà utile a Lucia per scoprire antichi testi e bui
passaggi segreti.
Siamo quindi con l'autore nella sua amata cittadina, per parlare un po' con lui della sua nuova fatica letteraria.
Ciao, Stefano. Come vedi, siamo qui per farti alcune domande. La
curiosità è tanta, ma non rivelarci troppo della trama, perché i
tuoi lettori vogliono assaporarla dalle pagine del libro.
Ciao, Caterina. Sono pronto a soddisfare la tua curiosità, quella
del mio pubblico e di tutti coloro che si vorranno avvicinare alla
lettura di questo romanzo. Spara, dunque!
Innanzi tutto, come mai hai deciso di buttarti nel genere storico?
Beh, direi che tutto sommato, la storia, soprattutto quella della mia
città, mi ha sempre appassionato. Chi ha letto i miei precedenti romanzi
sa bene che il Commissario Caterina Ruggeri, per risolvere le sue
indagini, è dovuta sempre andare a scavare in episodi del passato. Buoni
riferimenti alla storia Jesina si hanno sia ne "I misteri di Villa
Brandi", sia ne "Il diario di uno psicopatico". E poi, anche se non si
può definire un giallo storico, in quanto la storia procede in maniera
lineare, anche in questo nuovo romanzo non mancano elementi legati alla
scoperta di arcani segreti.
A proposito di arcani segreti, cosa rappresenta l'ombra del campanile che vediamo nella fotografia?
Quell'ombra è stata proprio l'elemento che ha scatenato in me l'idea
della trama del romanzo. Un campanile che proietta la sua ombra in
maniera così precisa su un altro campanile della stessa Piazza non può
essere una pura casualità. Ci deve essere qualcosa dietro, un arcano da
scoprire, ma nessuno a Jesi ne sa niente. Si tratterà di semplice
allineamento architettonico, o di qualcosa di più? Lo scopriremo durante la lettura insieme
alla protagonista del romanzo.
A parte la vicenda storica, che ci dà lo spunto per rivedere
alcune parti della storia della nostra città, alcuni capitoli si
svolgono ai tempi nostri, anzi in un futuro poco immediato. Come si
correlano i due periodi storici nella trama?
Credo che la tecnica, nella scrittura creativa, si chiami "traslazione":
praticamente la narrazione prende spunto da diversi punti di vista, non
solo dei singoli personaggi, ma anche dell'ambientazione temporale. È
ovvio che la Lucia dei giorni nostri si sente molto legata alla sua ava
vissuta mezzo millennio prima negli stessi luoghi, tanto da avere delle
visioni in cui crede di rivivere episodi della vita della sua omonima. A
proposito di "Punti di vista", c'è da dire che, mentre ero abituato a
scrivere in prima persona (il personaggio Caterina Ruggeri raccontava se
stessa), questo romanzo l'ho voluto scrivere in terza persona come
narratore onnisciente. Pensavo che così fosse più semplice, invece ho
rischiato più volte di avere nella narrazione un punto di vista
ballerino, che mette un po' in difficoltà il lettore. Spero che il
profondo editing effettuato sul testo, e che ha impegnato altrettanto
tempo rispetto alla stesura della trama, sia riuscito a evitare la
maggior parte delle défaillance. Ti giuro: non è stato un lavoro
semplice, e spero che i lettori me ne diano atto!
Bella storia, avvincente, trama che si legge tutta d'un fiato,
corredata dalle illustrazioni di un esimio artista Jesino. Che dire di
più? Che alcuni brani ci fanno riscoprire la storia della tua Città,
Jesi, dalla leggenda della sua fondazione alla nascita di Federico II, e
così via. Quali sono le fonti a cui hai attinto?
Va detto che la fonte principale sono i testi di Giuseppe Luconi,
giornalista, compianto concittadino, scomparso lo scorso anno e che
tanto ha fatto per la diffusione della storia di Jesi. Poi, più che il
topo di biblioteca, ho fatto il topo di Internet, alla ricerca di
notizie, anche secondarie, anche sconosciute ai più. Spero che i
riferimenti storici non annoino troppo il lettore, anche perché certe
piccole notizie sono importanti ai fini della trama del romanzo. Le
tavole del Prof. Mario Pasquinelli, anche lui da non molto scomparso,
sono state gentilmente concesse dai suoi legittimi eredi.
Un lavoro, complesso, quindi, che ha richiesto non poca fatica.
Noto che hai dato un titolo alla serie: "Lo stampatore". Quindi prevedi
di andare avanti con altri romanzi dello stesso genere! Chi è lo
stampatore e che cosa rappresenta?
L'idea di proseguire con altri romanzi con gli stessi protagonisti c'è,
eccome! Non so quali saranno i tempi, ma all'Ombra del Campanile
seguiranno altri romanzi. Lo stampatore, nella mia idea iniziale, forse
voleva essere il protagonista della storia, ma poi mi sono lasciato
prendere dalla mano e la protagonista è diventata Lucia, una giovane
nobile jesina degli inizi del '500, che diviene amica del tipografo
Bernardino Manuzi, titolare di un'importante stamperia Jesina, e con il
quale condividerà la passione non solo per i libri, ma per la rinascita
delle arti e della cultura che caratterizzano il periodo a Jesi come nel
resto dell'Italia. Lucia sarà combattuta tra queste sue passioni e il
dovere obbedienza a rispetto alla truce figura del suo zio, il Cardinale
Artemio Baldeschi.
Basta così, non ci dire più niente per carità, altrimenti ci
sveli tutta la trama. Vuoi ringraziare qualcuno in particolare che ti ha
aiutato nella realizzazione dell'opera?
L'elenco sarebbe troppo lungo. Voglio ringraziare in particolare gli
eredi di Giuseppe Luconi e di Mario Pasquinelli, ovviamente. Poi Stefano
Esuperanzi, collega scrittore di Monte San Vito, che ha promesso di
scrivere la prefazione al romanzo, e che comparirà sull'edizione
definitiva. E poi tutti coloro che, acquistando il libro,
ricompenseranno le mie fatiche. Grazie a tutti!
Grazie a te, Stefano, e a risentirci presto. Qui sotto i link per l'acquisto del libro e dell'e-book su Amazon.